Domenica 24 Gennaio abbiamo avuto il nostro incontro mensile online. La tematica affrontata è stata quella relativa al capitolo ottavo dell’enciclica Fratelli Tutti, che ci invita a leggere le religioni come elementi al servizio della fraternità del mondo. La ricchezza di questo incontro, preparato da Rosanna e Fabio è stata la presenza e testimonianza dalla terra di Palestina di Sr Alicia Vacas, suora missionaria comboniana provinciale del Medioriente e grande amica dei laici comboniani di Verona.
Ecco la presentazione del capitolo 8 della Fratelli tutti fatta da Rosanna: “Dal Concilio Vaticano II vi è un cambiamento epocale, nel rapporto con le altre religioni: ciò che sembra normale per noi oggi, non lo è stato fino agli anni ’60. Le altre religioni vengono innalzate al riconoscimento che in esse, tutti gli uomini cercano risposte, alle loro domande esistenziali. Al numero 2 La Chiesa riconosce che in ciascuna di esse chi sono specchi di verità e di santità, in quanto le religioni, non raramente riflettono raggi di verità che illuminano tutti gli uomini, tuttavia sottolinea che la Chiesa è tenuta ad annunciare il Cristo che è “Via, Veritàe Vita” (Giov. 14,6), in cui gli uomini devono trovare pienezza e in cui Dio ha riconciliato con se stesso, tutte le cose.
Quindi la Chiesa esorta tutti, con prudenza e carità, per mezzo del dialogo e della testimonianza, rafforzare quei valori spirituali che facciano progredire l’umanità intera. Papa Francesco ribadisce questo concetto al numero 274 che, in questo dialogo e comunione, “rendere presente Dio è un bene per le nostre società”. Il Papa sottolinea anche, quanto le ideologie che condizionano anche il governo dei paesi,” estromettendo Dio dalla società si finisce per adorare idoli che ben presto calpestano la dignità dell’uomo e possono condurre a brutalità e privatizzazione della libertà di coscienza e libertà religiosa”. Papa Giovanni Paolo II aveva desiderio di inserire nella Carta Europea le nostre radici cristiane, probabilmente era infatti ben conscio del rischio di derive pericolose che in realtà stiamo vivendo oggi. Nel 275, Papa Francesco parla delle cause più importanti delle crisi del mondo, e fa riferimento all’individualismo, alle filosofie materialiste, al transumanesimo. Non è accettabile che nel dibattito pubblico, DICE, che abbiano voce solo potenti e gli scienziati, spesso servitori dei potenti stessi. Nel 276 Francesco ricorda che la Chiesa, non deve essere relegata a testimoniare solo nell’ambito privato, e non deve restare ai margini della vita sociale e politica.
La Chiesa ha un ruolo pubblico, non solo di assistenza ma anche di promozione dell’uomo e della fraternità. Dobbiamo essere testimoni di Cristo come gli Apostoli. Non dimentichiamo che Maria è la Madre che offre il Figlio, e la Chiesa è la madre che offre al mondo i suoi figli testimoni della Parola fatta carne. Dal dialogo e dal rispetto di valori comuni, scaturisce la compassione, la tenerezza che nasce dalla fiducia e dal perdono; come diceva San Giovanni Paolo II “Non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza perdono.”
L’incontro è stato animato da momenti di riflessione e preghiera che qui potrete scaricare
