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La solidarietà corre sui social

Spesso i social vengono segnalati come “fomentatori d’odio” o come mezzi di influenza per le masse, ci sono addirittura persona che su questa modalità di comunicazione hanno creato un lavoro o un business, dal tanto criticato o amato, a seconda di chi ne parla, influencer a digital content creators. Stiamo entrando nel periodo natalizio e quindi vorrei raccontare una storia di Natale, che come tutte le storie di Natale è positiva e piena di speranza, con sullo sfondo i social.

Andiamo con ordine, da qualche tempo è stata creata a Milano un’iniziativa benefica chiamata scatole di Natale per i più bisognosi, la proposta è semplice: pensando a tutte le persone in difficoltà economica in questo periodo, si chiede a chi vuole partecipare di prendere una scatola di scarpe e di mettere al suo interno 5 oggetti: una cosa calda, cioè un indumento o qualcosa che possa aiutare con il freddo invernale, una cosa buona, qualcosa da mangiare che però non richieda di essere scaldata o non abbia scadenza breve, una cosa per l’igiene, un prodotto per l’igiene, dalla saponetta al dentrificio, un passatempo, quaderno, libro, sudoku, un mazzo di carte, e per ultima la cosa più importante un pensiero gentile, cioè un biglietto con un frase rivolta a chi aprirà la scatola, perché le parole sono importanti! Si fa un bel pacchetto e lo si porta ad un ente che li raccoglie per la distribuzione.

Anche a Verona, una signora, una mamma, vede quest’iniziativa pensa di proporla anche qui. Il 30 novembre apre una pagina facebook, e comincia a postare qualche foto di come sono fatte le scatole. Infine il 2 dicembre da tutte le indicazioni, dicendo dove si troverà per la raccolta e che le scatole verranno poi portate alla mensa dei poveri di San Bernardino. Nell’arco di un giorno, il passaparola sui social diventa vorticoso e la povera organizzatrice si trova in grande difficoltà perché troppa gente sta preparando scatole, perché i frati di San Bernardino non ha le risorse per supportare un’iniziativa così in grande e soprattutto non sono stati avvisati per tempo per poter gestire la cosa. Appare quindi una scritta, iniziativa rimandata. A questo punto il tam tam mediatico che nel frattempo ha mosso i cuori, non si ferma e da più parti si dice se si creata un’iniziativa di questo tipo con grande disponibilità dei veronesi a mettersi un gioco è un peccato non farla, non ci sono associazioni che se ne possono far carico? La generosità delle associazioni risponde presente, prima Atelier Nani da disponibilità per il quartiere di Veronetta dove è ben radicato e poi la Ronda della carità contatta la mamma veronese di Scatole di Natale. L’iniziativa è salva e nell’arco di qualche giorno si saprà dove andare a portare le scatole.

Già così sarebbe una bella storia ed i social avrebbero il merito di aver animato Verona in un’iniziativa bella e caritatevole (ad oggi la pagina scatole di Natale ha quasì 900 followers), ma dopo aver raccontato la storia generale scendo nel privato delle amicizie personali. Un’amica, Paola, mi chiede informazioni, le spiego, e mi dice: “voglia fare qualcosa per sostenere questa cosa!”. Il problema è che è sabato 5 dicembre, non ci sono ancora tutti i dettagli della Ronda della carità per raccolta e distribuzione, è l’unico giorno in cui noi potremmo andare è lunedì 7 dicembre. Paola non si perde d’animo e da grande comunicatrice social fa una story su instagram in cui racconta brevemente il progetto e segnala per chi vorrà partecipare che lei raccoglierà le scatole nel suo paese lunedì. Chi vuole la contatti. Ha ricevuto tanti messaggi e lunedì pomeriggio abbiamo portato una macchina piena di scatole a Verona, non le abbiamo contate, ma io credo fossero tra le 25 e le 30, o forse anche più. In due giorni abbiamo scatenato delle persone ad essere solidali con altre più sfortunate. Non solo raccontato quanto fatto, altri stanno ancora scrivendo a Paola per capire fino a quando possono portare le scatole nei vari centri di raccolta.

Nel frattempo ogni giorno sulla pagina facebook di scatole di Natale Verona si aggiungono associazioni che si rendono disponibili per la raccolta, anche in provincia, questa storia di Natale social non finisce oggi, ma continuo grazie al rimando positivo di chi si mette in gioco e come la mia amica Paola racconta la solidarietà.

Voglio immaginare per Natale un mondo così in cui i nostri social su cui passiamo tanto tempo diventino motivo di gioia e di partecipazione attiva e non come accade in altri casi strumenti di odio e di critica, questa è la mia storia di Natale, se vi piace prendete una scatola da scarpe, fatevi un selfie ed un post su instagram, facebook o altro social e chiedete ai vostri amici di fare lo stesso e vedrete questa “storia di Natale” proseguire ancora…

Federico Sartori