Quando muore veramente una missionaria? Quando viene dimenticata?
C’è un bel caldo in Karamoja, di solito dopo pranzo faccio la lezione d’inglese ma questa è una giornata particolare, sto dando le ultime istruzioni al grupo di bambine con le quali il giorno dopo andrò ad Amudat, un’altra missione vicino al Kenya. Spiego alle bambine che ho tanta voglia di andare in quella misione per il significado che ha per la nostra congregazione.
Incuriosite, le bambine mi fanno un saco di domande. Spiego loro che in quella missione ha vissuto la nostra sorella Liliana Rivetta e tante altre sorelle fra i Pokot. Solo due delle bambine hanno sentito parlare di lei. Così racconto la vita di Liliana, dal suo grande amore per i bambini e il suo lavoro como insegnante. Racconto loro come un fatidico 10 d’agosto Liliana viene uccisa quando un gruppo di guerrieri attacca il convoglio con cui lei tornava alla sua missione. “Sulla strada vedrete una croce con il suo nome”, dico alle bambine.
Il giorno dopo, viaggiamo sul piccolo bus fra canti in inglese e karimojong. Le bambine stano affascinate al vedere una strada d’asfalto, la strada è ancora in costruzione, e mi chiedono se possiamo fermarci davanti al posto dove c’è la croce di Liliana.

Qualche giorno prima, una suora mi aveva raccontato che mentre viaggiava su quella strada l’autobus si era fermato per vedere la discussione fra i lavoratori cinesi e la gente del posto. Il problema era che volevano buttare giù la croce per allargare la strada. La gente invece diceva che dovevano fare la strada curva e lasciare la croce al suo posto. Alla fine sembra che ci sia stato un accordo perché la croce non è più dove prima ma l’hanno messa un po’ più in alto e hanno pulito intorno. La cosa più interessante è che non ci sono villaggi intorno. Sembra che la gente abbia visto le macchine cinesi e abbiano passato parola.
Il nostro autobus finalmente si ferma, ci sono alcune persone là, davanti alla croce di Liliana. Ci avviciniamo e preghiamo un Padre Nostro e un’Ave Maria. Arriva dopo un’altra machina e il conduttore mi racconta di nuovo la faccenda, aggiungendo il perché la gente non voleva che buttassero giù la croce.
“Suora”, mi dice, “Suor Liliana ci protegge quando viaggiamo su questa strada”. Mi racconta come tante volte quando la gente sta viaggiando, e hanno paura, la sua presenza li consola. “Una volta un boda-boda viaggiava di notte, con paura di essere assaltato, e all’improvviso ha sentito la presenza di suor Liliana, e la paura è sparita”, “è proprio cosi, suora, c’è gente che vede pure una luce o chi le chiede di accompagnarlo e la paura sparisce”, conclude come qualcuno che sa la verità. Cerco di non sorridere, ma non dubito che sentano la presenza di Liliana, un amore così grande non può essere ammazzato, lo ringrazio per la sua condivisione e faccio qualche foto alle bambine vicino alla croce. Quando quella sera arriviamo ad Amudat, non manca chi mi racconti qualcosa delle suore che hanno vissuto là, mi mostrano il fiume dove a volte andavano a fare ricreazione, e mi presentano tante bambine di nome Liliana.
Quando muore veramente una missionaria? Quando viene dimenticata? Penso che mai, forse dimenticheranno il suo nome, forse non ricorderanno la sua faccia, forse non ricorderanno neanche di averla vista, ma rimarranno col Vangelo che con tanto zelo ha testimoniato, con la presenza di Gesù nella loro vita, con l’amore di quella missionaria impregnato nella terra, a volte anche con il sangue.
fonte dell’articolo: http://www.comboniane.org