Come Laici comboniani di Verona assieme a tante altre associazioni veronesi abbiamo deciso di sostenere l’appello dell’associazione One bridge to Idomeni che chiede all’amministrazione comunale di non prorogare l’ordinanza che stabilisce regole molto stringenti per l’accoglienza dei “senza dimora” nei dormitori. Di seguito potete leggere il testo dell’appello tratto dalla pagina Facebook di one bridge to idomeni
APPELLO PER LA REVOCA DELL’ORDINANZA 101
In un momento storico dove la cura delle persone più discriminate dovrebbe essere al primo posto di ogni agenda politica, insieme a tante realtà veronesi chiediamo al Sindaco di non prorogare oltre il 20 dicembre l’ordinanza n.101 che prevede il divieto di stazionare e sedersi sulle panchine di diverse piazze della città, che va a penalizzare unicamente le #personesenzadimora e di cui avevamo già parlato nelle scorse settimane.
Oltre a ciò, poniamo l’attenzione anche sulla delibera per contrastare l’emergenza freddo (391/2020) che definisce alcune persone “non accoglibili” nei dormitori, lasciando tra le altre senza un riparo anche i residenti in Comuni diversi dal Comune di Verona; i richiedenti asilo con permesso di soggiorno cartaceo in corso di validità o scaduto e i richiedenti asilo in possesso di documentazione recante appuntamenti presso la Questura per formalizzare la richiesta di protezione internazionale.
Consapevoli che nessuno si salva da solo e che l’intervento del volontariato non può essere l’unica risposta alla cura delle persone, chiediamo di non prorogare oltre l’ordinanza n.101 del 23/10 già prorogata con ordinanza n.118 del 7/12, di proporre misure più serie ed efficaci per contrastare la diffusione del virus e di rispondere all’#emergenzafreddo, che si ripresenta ogni inverno, dando ospitalità a chi non ha altre possibilità.
L’appello è sottoscrivibile e verrà inviato alle istituzioni.
Le realtà veronesi che hanno aderito all’appello:
One Bridge To Idomeni
Ronda della Carità Verona
Veronetta Centoventinove
Aquiloni Onlus
Associazione Le Fate onlus
Cooperativa Le Rondini Altromercato Verona – Commercio Equo e Solidale
Sportello Sociale per i Diritti_Verona
Progettomondo.mlal
Medici Senza Frontiere – Gruppo di Verona
Nigrizia
Comunita’ Emmaus Villafranca
Chiesa Valdese di Verona
CGIL Verona
Arci Verona
Chiesa Evangelica-Luterana di Verona
PONTI ONLUS Associazione Interculturale
Ivres Verona
GIM Verona
Movimento Nonviolento
MultiTraccia
Medici per la Pace
Progetto SamarRamé
Vita-Virtus Onlus
Cisl Verona
Laici Comboniani Verona
La Fraternità
Murmure Associazione culturale
SAE Verona
Associazione Memoria Immagine
Tinlè Cooperativa sociale
Gruppo Radici dei diritti
Comunità di base – Verona
Sesamo
Rete Radié Resch Verona
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APPELLO PER LA REVOCA DELLA PROROGA DELL’ORDINANZA SU STAZIONAMENTO NELLE PIAZZE.
In un momento storico dove la cura delle persone più discriminate dovrebbe essere al primo posto di ogni agenda politica, proviamo come cittadini, ancor prima che come associazioni, una profonda tristezza nel leggere che nella proroga dell’ordinanza anti-assembramenti del Sindaco di Verona Federico Sboarina venga confermato il divieto di sedersi sulle panchine pubbliche di tre piazze, penalizzando così le persone senza dimora che vivono in strada. Si tratta infatti di piazza Libero Vinco (dal lunedì al sabato), Piazza Cittadella (tutti i giorni dalle 16 alle 6) e Piazza Pradaval (tutti i giorni dalle 18 alle 6), con una sanzione amministrativa prevista va da 400 a 1000 euro. Non è chiaro quali siano le ragioni fondanti del divieto di sedersi sulle panchine proprio in queste piazze e orari.
A fronte di un’emergenza ormai diventata abitudine per centinaia di persone senza dimora, viene prorogata un’ordinanza anti-contagio che riconosce nelle panchine un possibile luogo di assembramento, in spregio alle persone che, invisibili alle istituzioni, in quelle panchine ritrovano un luogo dove riposare o dormire. Secondo i monitoraggi della Ronda della Carità, a causa della pandemia di Covid-19 il numero delle persone senza dimora in città quest’anno è più che raddoppiato (300 sono stati i pasti serali distribuiti dall’associazione ogni giorno nel mese di ottobre), mentre la disponibilità di posti letto garantiti per l’inverno è diminuita rispetto al 2019 (anno in cui cinque persone sono morte sulle nostre strade).
Riteniamo che il bisogno della città debba essere quello della cura delle persone più marginalizzate. Tenendo conto anche della delibera 391/2020 per l’accoglienza invernale, dove vengono definite come “situazioni non accoglibili” in dormitorio proprio le persone che più avrebbero bisogno di un alloggio: persone senza documento identificativo originale; i residenti in Comuni diversi dal Comune di Verona; i richiedenti asilo con permesso di soggiorno cartaceo in corso di validità o scaduto e i richiedenti asilo in possesso di documentazione recante appuntamenti presso la Questura per formalizzare la richiesta di protezione internazionale. Viene segnalato inoltre da diverse realtà che lavorano sul campo, come lo Sportello Sociale per i Diritti, l’impossibilità di formalizzare la richiesta di protezione internazionale da parte di cittadini stranieri, che vedono l’appuntamento in Questura rimandato a causa dell’assenza della dichiarazione di ospitalità. Persone che non hanno una struttura in cui essere accolte e si ritrovano per strada senza riparo.
Consapevoli che nessuno si salva da solo e che l’intervento del volontariato non può essere l’unica risposta alla cura delle persone, chiediamo di non prorogare oltre l’ordinanza n.101 del 23/10 già prorogata con ordinanza n.118 del 7/12, di predisporre misure più serie ed efficaci per contrastare la diffusione del virus e di rispondere all’emergenza freddo, che si ripresenta ogni inverno, dando ospitalità a chi non ha altre possibilità.
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Ordinanza 101 23/10
Delibera 391/2020

